
Alcuni estratti di melagrana, soprattutto l’estratto di semi pressati a freddo, riducono l’azione degli enzimi ciclossigenasi e lipossigenasi in vitro. Le ciclossigenasi sono enzimi importantissimi per la degradazione dell’acido arachidonico in prostaglandine, importanti mediatori dell’infiammazione che viene quindi ridotta in modo significativo grazie agli estratti di melagrana. La lipossigenasi si occupa della trasformazione dell’acido arachidonico in leucotrieni, altri mediatori dell’infiammazione che viene quindi ridotta grazie agli estratti di semi di melagrana (Tomás-Barberán, 2010).
Boussetta et al. (2009) hanno dimostrato che l’acido punico, acido grasso coniugato presente nell’olio di semi di melagrana, ha un effetto antinfiammatorio dimostrato in vivo e quindi limita la perossidazione lipidica.
Lee et al. (2010) hanno analizzato quattro tannini idrolizzabili, tra cui la punicalagina e la punicalina, tutti separati dalla melagrana. Ognuno di questi composti, in diverse dosi, ha provocato una diminuzione significativa della produzione di monossido di azoto (NO) in studi in vitro con un importante effetto antinfiammatorio.
De Nigris et al. (2007) hanno dimostrato che l’ingerimento di succo ed estratti di melagrana in topi obesi ha ridotto notevolmente l’espressione di determinati elementi genetici che contribuiscono all’infiammazione cardiovascolare.
In seguito, Romier-Crouzet (2009) hanno ottenuto risultati simili con succo di melagrana ed estratti e hanno osservato una prevenzione infiammatoria grazie all’abbondante contenuto di acido ellagico. Infine, Larrosa et al. (2010) hanno osservato che l’ingerimento di estratti di melagrana riduce i livelli di prostaglandine nella mucosa del colon ancora una volta grazie all’abbondante contenuto di acido ellagico nella melagrana.
bibliografia: IL FRUTTO DEL MELOGRANO COLTIVATO IN SPAGNA